A 25 anni dall'inizio di quest'avventura, la comunità Erasmus conta oggi oltre tre milioni di studenti e professori che grazie a questa opportunità hanno potuto viaggiare e scoprire un nuovo angolo d'Europa. La chiamano l'EuroGeneration, quella che zaino in spallo e ipod nelle orecchie parte con una manciata di euro in ogni angolo d'Europa. Quella che va via per un anno o sei mesi e senza parlare la lingua del posto e districandosi tra i mille ostacoli burocratici ce la fa sempre e torna cambiata, diversa, più grande.

E' passato un quarto di secolo e nel frattempo sono nati amori da un capo all'altro del mondo, alcuni senza futuro altri che continuano a raccontarla; si sono create amicizie, che grazie a Ryanair, Easyjet e Wizzair hanno resistito alle distanze e senza nemmeno accorgercene ci siamo risvegliati europei, meno provinciali e più cittadini del mondo.
Per chi avesse dubbi sul fare o meno quest'esperienza internet brulica di siti, forum e blog in cui si condividono i ricordi di chi c'è già stato, le paure di chi è in partenza, la depressione di chi è appena tornato. Anche per questo c'è un nome: si chiama sindrome Erasmus.
Oltre alla versione per studiare c'è anche quella per effettuare tirocini all'estero, l'Erasmus Placement, con borse mensili fino a 500euro. Se siete studenti universitari e non l'avete ancora fatto che aspettate?
Sfogliate il bando della vostra facoltà, questo è il periodo per fare domanda.
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